Il topinambur: un alimento utile per i diabetici ma non solo
Il topinambur o Helianthus tuberosus è una pianta erbacea perenne che fiorisce da agosto ad ottobre, appartenente allo stesso genere del comune girasole. Le sue radici hanno una forma affusolata, o quasi sferica in alcuni casi, con numerose protuberanze e che vengono raccolte proprio nella stagione autunnale e poi per tutto l’inverno.
Il fatto che venga chiamato anche “patata del Canada” o “tartufo di canna” ci fa capire che si tratta di un tubero, ma un tubero particolare in quanto molto ricco di inulina, un composto chimico organico appartenente alla classe dei carboidrati. Proprio per questa sua peculiarità, si tratta di un alimento adatto alla dieta dei diabetici ma, con il suo sapore gradevole simile al carciofo, può essere utile nella dieta di tutti.
Mi spiego meglio. L’ alto contenuto di inulina contenuta nel topinambur contribuisce nella riduzione del livello di glucosio nel sangue, migliora il metabolismo dei grassi, abbassa il livello di colesterolo, trigliceridi e fosfolipidi e riduce i rischio nei danni cardio-vascolari, tutte caratteristiche molto importanti per tutti i diabetici.
Ma non solo. Questo alimento ha proprietà sia digestive che diuretiche aiutando l’eliminazione dell’eccesso di sali nel corpo. Risulta essere molto efficace anche come disintossicante, soprattutto dopo l’assunzione prolungata di antibiotici, in quanto l’alto contenuto in inulina contribuisce allo sviluppo dei batteri del gruppo Bifidus che fanno parte della nostra microflora intestinale.
Il topinambur può essere quindi integrato nella dieta come alimento “curativo-preventivo” in diverse forme di patologia tra cui ricordo non solo il diabete mellito di tipo I e II, ma anche obesità, aterosclerosi, infarto del miocardio, stipsi, immunodeficienza ecc., e perchè no, utile anche per le donne che allattano al seno, in quanto è in grado di aiutare l’aumento della secrezione del latte.
In cucina il topinambur può essere utilizzato crudo se tagliato sottile o grattugiato ma anche cotto e condito con un filo di olio e un pizzico di sale. Per potenziare l’effetto dell’inulina è preferibile aggiungere all’alimento crudo un po’ di limone spremuto.
Nutrizionista Padova – DOTT.SSA LAURA CASSARO